«L’inferno si trova sulla terra» (e il paradiso dopo una striscia azzurra sopra la testa) aveva esordito all’apertura dell’intervista la donna a cui avrei dato un nome di fantasia su sua esplicita richiesta. La decisone ultima di parlarmi dopo la sua telefonata combattuta da un telefono fisso di casa, e il numero nascosto dal codice 67# anteposto davanti al prefisso 02, con il resto della cifra composto intero dopo qualche tentativo iniziale incerto. «Ma non voglio soffermarmi sull’altra sera. Parlare della villa e ti chiedo di non scrivere il mio vero nome. Ho bisogno di soldi. Mia figlia ha la leucemia. Un tumore del sangue. Colpisce cinque bambini ogni 100.000 persone. All’inizio mi sembrava di impazzire, mio marito tempo prima aveva perso il lavoro, e ho un maschietto tre anni più piccolo di lei. Ero incinta del terzo figlio, ma ho avuto un aborto spontaneo per le difficoltà economiche iniziate prima, le preoccupazioni gravi arrivate dopo e, quando l’ho perso, ti confido a cuore aperto che non sapevo se sentirmi sollevata o disperata. Hanno detto che la bambina non ha diritto all’indennità di accompagnamento. Ha finito un lungo ciclo di chemio. Mia madre è venuta a stare da noi e, grazie alla sua pensione, riusciamo a sentire meno i tagli, gli sforzi, provando a sbarcare il lunario senza essere di peso a nessun altro. Abbiamo affittato la sua casa sperando di riuscire a venderla, niente da fare, non riusciamo a trovare un compratore disposto a pagarla il suo prezzo. Non possiamo regalarla. Dietro ci sono anni e anni di sacrifici dei miei genitori, i ricordi migliori della mia famiglia e di quando io ero una bambina spensierata. Perché una persona è felice quando dolore e preoccupazione non entrano nella tua vita, che aspettano un po’ ad entrarci. Tanti bambini e bambine, uomini e donne a loro volta genitori e, molti di quelli che ce la fanno e guariscono, non tornano sani e forti al cento per cento. Il pensiero che qualcosa va storto non ti molla la frazione di un secondo. I lividi sui corpi, i segni degli aghi quando le vene disponibili sono esaurite, la paura di infezioni mortali. Gli ospedali carenti di posti e il personale non sempre gentile verso i pazienti. Dovrei scriverlo anch’io un libro. Un diario di tutto quello che accumulo dentro. Ho iniziato a cercare altro per non dipendere dai tempi morti della burocrazia o dalle decisioni insensate delle commissioni mediche e mio marito, ad oggi, non è riuscito a trovare niente di duraturo. Di buono. Lui è un geometra, ha sempre lavorato nell’edilizia mentre adesso si arrangia. Accompagna le persone in aeroporto, chi è al corrente della nostra situazione lo ingaggia come tassista, però i soldi sporadici non valgono molto. Si è messo a far le pulizie nelle case insieme ad un suo amico, lavoravano per la stessa ditta, e stanno pensando di partire, andare qualche tempo fuori, per lavorare come braccianti in Australia. Sulle piattaforme petrolifere perché pagano bene. È stufo di lavoretti saltuari mal pagati. Mi è pesato, non ho vergogna a dirlo, partecipare al regalo per le maestre. Mandare il bambino in gita e, quando si è avvicinato il giorno della partenza, lui ha finto di non sentirsi bene. Diceva di avere i brividi di freddo. Mamma ho la febbre, non mi sento molto bene oggi, non voglio andarci, per farmi riavere i soldi indietro dalla scuola. Mi ha fatto male, malissimo, perché la malattia non riguarda solo il malato. È un discorso complesso da capire quando non ci sei dentro. Motivo per cui devono passarci loro per primi. Quando l’umanità non ti appartiene, è giusto che la maturi sulla tua stessa pelle, che soffri. Ci devi passare nelle cose brutte se hai la responsabilità della vita degli altri e te ne lavi le mani. A volte, non dico sempre, perché sono arrabbiata e devo sfogarmi. Il contatto l’ho trovato dopo una sfilza di colloqui per un secondo impiego compatibile con il mio. Sono assunta part-time ad una reception, ma stai a leggere di donne di bell’aspetto e laureate anche per sistemare le scarpe sugli scaffali. Pensa che mi avevano proposto un tirocinio di formazione gratuito prima di assumermi come commessa in un negozio. Ero disperata prima di trovare la soluzione sotto l’aspetto economico». L’annuncio annunciava posti di lavori immediati in ogni regione del Paese:
Selezioniamo donne adulte con gravi problemi economici. Noi possiamo essere la risposta che cerchi e darti la sicurezza economica che gli altri non possono garantirti. Non devi essere necessariamente bella, avere un titolo di studio ma tanta disponibilità, ambizione e voglia di crescere. Chiediamo solo pulizia, documenti in regola se straniere, discrezione.
NB: meglio disinibite. pagamenti anticipati o a fine lavoro. Chiamare ai numeri indicati, servizio disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Lavoro immediato in ogni regione d’Italia.
Io non domandai a quella donna se suo marito, disoccupato, tassista in nero, uomo delle pulizie presso le case delle donne dirigenti troppo impegnate per occuparsi delle incombenze domestiche, sapesse dei fatti che avvenivano tra le mura segrete della villa. E lei, aveva accennato poco e niente in merito alle loro difficoltà di coppia tra mancanza di finanze e presenza di malattie gravi in famiglia quando, essere in due, non basta a fare squadra pensando di vincere un’avversità di tale portata. In una sorta di consolazione romantica, mi affidavo alla luna che, maestosa e lucente, più discreta della luce abbagliante del sole, poteva illuminare d’argento la stanza della sua bambina, creando tutt’attorno una corazza indistruttibile, in qualcuna di quelle notti piene e stanche. Bianche e difficili da superare e lei che, percependo la mia tristezza alla sua storia, riuscì a farmi ricredere sulla vita: «Ogni cosa, alla fine, si aggiusta. Mi dice che gli angeli che disegna sono i dottori che ci possono guarire per sempre». Quella sera, e l’ammonimento di non rivelare alcun dato personale, lei si era presentata come Crystal, spiegandomi che era il nome di una bambola che un’altra bambina colpita da leucemia aveva regalato a sua figlia.